Mi piace avere un motivo per tornare a scrivere. E so che per questo capirai se adesso alle 2 di notte sono alla tastiera anziché riposare, godendo dei minuti che mi hai regalato. Ma credo che se certe cose non ti fanno riflettere, se dopo certi film non ti viene voglia di gridare, non puoi definirti propriamente uomo. O almeno, uomo nell’accezione in cui lo intendo io. “Se ammettiamo che l’uomo sia regolato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere”: citazione number one. Perché non è solo questione di prendere e viaggiare. Non solo almeno. Non è solo questione di ribellarsi ai genitori che ti hanno ferito, di scoprire luoghi incontaminati e capire la bellezza della vita nel senso più primordiale. È proprio una questione filosofica, una filosofia che ho sempre abbracciato. È un voler rinnegare tutto il sistema, perché un sistema non dovrebbe esistere. E allora prendere e andare, andare dove ti porta il vento o dove ti portano i tuoi sogni. Viaggiare per lasciare i ruoli, le imposizioni, un senso della vita che non le appartiene, la società, la società, la società, la società!!!!!! Perché la società non esiste, è un’invenzione del XX secolo. La società ci rende cattivi perché ci vuol far credere che siamo diversi. In cosa poi? Non l’ho mai capito. Al liceo adoravo studiare filosofia perché mi sembrava che i filosofi conducessero la vita esattamente come andava vissuta: a fare niente, o almeno in senso stretto. Passare la vita pensando, vivendo gli attimi, riflettendo su ciò che ci circonda e godendo di ogni esperienza. E passavo ore a riflettere su questo. Mi chiedevo come mai si fosse persa questa abitudine. E mi ero resa conto di ciò che ha detto Alex stasera: che tutto è stato inventato. Tempo fa su questo blog, o su un altro, dicevo che le nostre vite sono fatte di semplici passatempo, che l’evoluzione delle comunità umane è consistita in questo fondamentalmente: nel creare diversivi per occupare il tempo. Sempre nella convinzione che si debba avvalorare la tesi della nostra diversità, perché se fossimo tutti uguali non avremmo bisogno di tutto ciò che sta dietro al sistema e del sistema stesso. Ma io mi chiedo in quale momento preciso si è smesso di viverlo il tempo, anziché occuparlo. Mi chiedo, come mi chiesi il 15 maggio 2000, quale possa essere il senso di tutte le cose che ci siamo creati ad hoc: il lavoro, gli hobby, le relazioni. Che senso, che senso..e mi chiedo perché ogni singolo uomo è così cattivo verso il prossimo? E la risposta è sempre quella: è la diversità a renderci cattivi e la società a crearla. Che bello sarebbe seguire il vento sapendo che la prossima persona che incontro avrà sicuramente un sorriso per me? Che saprà cogliere in un pollice alzato un’occasione di vita? Perché è così difficile credere di poter vivere così, nella più completa libertà e fiducia, nel mondo, nel prossimo, nella strada? L’unica casa: the road. A road to nowhere. Ecco il titolo del mio blog che ritorna: just another soldier on the road to nowhere. E che bello è seguire il filo di queste vicende e dei miei pensieri abbracciata a te? Sapere che “un film del genere lo devo vedere con te”, perché così appena finisce prendiamo e scappiamo. Lontano da tutto e da tutti. Da tutto soprattutto. E che bello è sapere che i tuoi occhi non mentono? Sentire che tutto ciò basta. Frasi, citazioni, canzoni, immagini di una natura che sa regalare momenti indescrivibili per chiunque abbia gli occhi per guardarla e intanto due piedi che si attorcigliano e giocano a rincorrersi. E un gufo impiccione che cerca compagnia, tanto dolce quanto chi se ne occupa. E misteriosi fenomeni paranormali alle scorte d’acqua che portano a enormi punti di domanda..ma cosa importa quando si sta insieme? Non importa niente. Centoquaranta minuti abbracciati a seguire il filo di immagini, pensieri e parole davvero coinvolgenti per arrivare a capire che happiness is only when shared. Beh dai quantomeno è un buon punto di partenza prima di gettarsi davvero into the wild o prima di capire che forse non serve veramente. Un sms, una piccola vibrazione prima tecnologica, poi emotiva, un sorriso. No, non serve.Etichette: dediche, film, riflessioni