A te,
25 marzo 2008

A te che sei
semplicemente sei
sostanza dei giorni miei,
sostanza dei sogni miei.

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posted by Sisa at 01:33 | Permalink | 0 comments
le mimose più belle che abbia mai ricevuto
10 marzo 2008
Ora dovrei intitolare un post "cosa significa immaturità?". Ma non credo basterebbe una pagina web per giustificare certi comportamenti. E poi dovrebbe seguirne un'altra intitolata "pazienza infinita mista ad infinito amore". E lì non servirebbero parole, ma solamente una foto con un nome e un cognome sotto. E una parola: GRAZIE.

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posted by Sisa at 17:36 | Permalink | 2 comments
Numero o bandierina?
06 marzo 2008
Che cosa significa esagerare?

esageràto [ezadze'ra:to ]
agg., s.m.


2 agg. CO che oltrepassa la giusta misura (De Mauro)

1 p.pass CO superiore al vero o al giusto, sproporzionato, eccessivo.
2 agg. CO riferito a persona, con senso attivo, che esagera o che eccede in qualcosa. (Treccani)


Beh insomma, la maggior parte dei dizionari dice questo: esagerato è colui che passa la misura, il "vero", il "giusto". E a questo punto la domanda è lecita e assolutamente prevedibile: chi decide qual è la misura da superare? Dov'è depositato il "vero" assoluto, il "giusto"? Insomma, succede che alla fin fine tutto, come sempre, è lasciato al relativismo, questo strano fenomeno per cui niente diventa giudicabile e tutto è giustificabile. Il "giusto", il "vero", la misura sono entità determinate da ognuno di noi, in ogni ambito specifico. E come si fa a sapere qual è per un'altra persona? Come si fa a capire quando, come dice il proverbio, il troppo stroppia? E un'altra domanda che a me sorge spontanea è: il contrario, il non esagerare, il restare nella famigerata "misura", è indice di cosa? Voglio dire, esagerare è per forza così negativo? Nel tempo ha assunto un'accezione negativa, ma come sempre le accezioni generalizzano e le generalizzazioni sono sempre infondate. Insomma, se dico "Quella donna è esageratamente bella/buona/gentile etc etc" non sto dicendo nulla di negativo. Forse è l'aggettivo (o il participio) che denota un senso negativo. Proviamo. "Ho un fame esagerata". Uhm esempio ambiguo. Andiamo nello specifico, riferiamoci a persone. "Ho una passione esagerata per la coca cola". Uhm, non ci siamo ancora. Proviamo coi comportamenti. "Sei esagerato quando parli del tuo gatto". Uhm. Con i sentimenti? "Credo che la tua gelosia sia esagerata". Esempio deviante quest'ultimo, ma d'altra parte non si usa dire "Credo che la tua generosità sia esagerata". E allora forse mi sono risposta da sola: "esagerato" ha un'accezione negativa insita nella sua natura. O perlomeno oggi giorno lo intendiamo così. Insomma, non si può associare niente di buono all'esagerazione: non si può essere esagerati senza scadere nel negativo, nella ridondanza e quindi, in definitiva, il proverbio ha ragione. Il troppo stroppia. Peccato, perché insomma io credo che non si possa esagerare con intenzioni malvagie. Non credo che chi esageri pensi o voglia strafare. Probabilmente è solo un modo di esprimere qualcosa di grande, sia esso gelosia, amore, rabbia, odio. Forse essere esagerati dipende dalla personalità? Forse non si è in grado innatamente di contenere le proprie emozioni? O forse si è travolti a tal punto da certe emozioni che non si può proprio trattenerle in alcun modo? Magari invece alcune persone mascherano meglio l'esagerazione di altre e fingono di esserne esenti. Mah, sono confusa. Non so fino a che punto sia giusto spingersi in questi terreni. Non so dove comincino le sabbie mobili e chi queste sabbie mobili si tirino dietro: l'esagerato o le vittime di questa esagerazione? Non conosco il livello di sopportazione. E non so cosa pensare di chi non ha queste reazioni, di chi non ha la natura portata all'esagerazione. E ancora meno capisco le persone che non l'hanno mai avuta e un bel giorno ce l'hanno. O meglio, è semplice da capire qui: credo sia dovuto a fattori esterni, ma fino a che punto è giusto concedersi? è un campo minato, o un prato fiorito se preferisci. Non riesco a vedere i numerini, non so dove mettere le mie belle bandierine blu.

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posted by Sisa at 00:24 | Permalink | 0 comments
Caro amico ti scrivo
02 marzo 2008
Vedi Giò, è normale per persone come noi sentirsi un po' disorientate, un attimo confuse e molto impaurite. Per persone forti nella loro solitudine, traballanti quando invece c'è da mettersi a fare le coppie per giocare. Persone profonde sì, ma con qualche dubbio di troppo che le fa continuamente tentennare. Forse il ma qui non c'entra però. Persone che hanno sempre creduto in tutti i detti in cui ci fosse sottointeso solo il pronome personale della prima persona singolare. Persone a cui la vita ha insegnato che gli altri pronomi sono solo componenti necessari all'atto comunicativo, non certo eventuali compagni di viaggio, persone di cui fidarsi, su cui contare se non in rari casi. Insomma, persone convinte che qualcosa di più c'è, ci deve essere e si spera arriverà, ma anche abbastanza deluse, amareggiate e scoraggiate dalla vita per non sperarci quasi più. E' ben normale per persone così sentirsi disorientate nel momento in cui ti accorgi che l'io non è più solo, che c'è l'estremo bisogno di un tu. E che questi due pronomi collimino in un noi. La pluralità è il tratto che abbiamo sempre negato, pur sperandoci, forse. Ed ora la pluralità diventa un elemento strettamente necessario per la sopravvivenza. E' normale averne paura, caro Giò. Paura perché ti rendi conto che la tua sanità non deriva più dall'unica cosa controllabile a questo mondo: te stesso. Realizzi che sei dipendente da qualcos'altro, da qualcun altro. E il primo pensiero, è normale, è che quello di essere delusi o comunque di perdere questo elemento. Il ragionamento base diventa "e se mi lascio andare e poi finisce tutto?". Eh sì, Giò, non è facile per niente. Ti capisco così bene. Io, così fiera e indipendente, così dura e superiore (almeno in apparenza). E ora io, in ginocchio per 24 ore in solitaria. Dopo aver passato una vita intera da sola. Ti capisco bene. Ma..che dici, ci proviamo? Ci lasciamo andare? Dopotutto, il rimpianto per non averlo fatto sarebbe abnorme e non sarebbe mai compensanto da un'eventuale stabilità. Anche se credo che in realtà l'abbiamo già fatto. Tu che progetti il furuto (o almeno l'estate..mai successo), io che postpongo tutto (tutto..perfino il basket). Insomma, credo che il problema non si ponga più. Credo che il bivio sia già passato e che stiamo percorrendo la strada migliore. Queste, alla fine, sono solo considerazioni di una scelta già fatta, la coscienza di una presa di posizione inconscia, o forse no, che già ci caratterizza. Secondo me ne vale la pena, per entrambi. E credo che porterà solo cose belle, bellissime. In ogni caso, in bocca al lupo, Giò.

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posted by Sisa at 02:33 | Permalink | 0 comments
La giornata più noiosa degli ultimi mesi..
01 marzo 2008
Aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio...

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posted by Sisa at 18:37 | Permalink | 0 comments
Vorrei che cambiasse un po' il mondo, che è sempre stupidamente uguale, monotono, assurdamente e inutilmente cattivo.

Fabrizio de Andrè

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posted by Sisa at 16:03 | Permalink | 0 comments