24 aprile 2008
Auguri Sisa
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In un'altra vita
22 aprile 2008
Se sapessi suonare il piano, la saprei fare. Se sapessi suonare un qualsiasi altro strumento, proverei almeno ad abbozzarne il tema. Se fossi una semplice ascoltatrice, so che chiuderei gli occhi e mi lascerei trasportare lontano, in un'altra vita. Lo so, perché è quello che faccio. So che se anche i tasti sono 88 e sai che non possono fregarti, alla fine ce la fanno, a fregarti. E il risultato è infinito, come infiniti siamo noi, le sue dita, le nostre, la musica, il tempo. Due poltrone rosse che si mischiano con i corpi, troppo strette per contenere quattro lunghe gambe e una gioia dopotutto semplice. Tante persone con le orecchie tese e ti trovi a chiederti per quali motivi siano lì. Chi muove le dita freneticamente, chi dorme, chi beve coca-cola, chi fa filmini. Chi si ama. Mi guardo attorno nel buio e non vedo niente di più luminoso dei posti N50 e N51 e credo che nessuno abbia un valido motivo per essere lì come il responsabile del Basket Bicocca e una laureata in lettere. Rifletto sulla genesi del regalo, sulla poltronissima, sui prezzi e mi rammarico per la sorpresa mancata. Ma ad un tratto, all'improvviso capisco che non è vero niente, che non c'è nessuna fila N e nessuna signora grassa che muove le dita, che nessuno beve coca e nessuno fa foto, che siamo in un'altra vita. Sì, in un'altra vita. Siamo partiti, senza nemmeno rendermene conto, convinta che una qualche pausa sarebbe intercorsa tra un viaggio e un altro, una qualche voce mi avrebbe invitata a fare i bagagli e salire in carrozza. E invece no, arriva inaspettata come l'amore e mi prende lo stesso brivido che mi prese a Bologna il 26 dicembre scorso, quando dieci dita un po' emozionate e sicuramente nervose hanno cominciato a suonare su una tastiera molto meno infinita. Lo stesso brivido che ti prende quando vedi all'improvviso la cosa più bella del mondo e non pensavi di vederla, non pensavi sarebbe stata così bella. Quelle note, sentite lì, in uno spazio indefinitio in un'altra vita sono un'emozione unica, equiparata solo dal muovere appena le dita e incontrarne altre. E rendersi conto che nel mio viaggio non sono sola. E che non sono l'unica a viaggiare. All'improvviso realizzo che tutti stanno andando da qualche parte e ognuno in un'altra vita, nella vita che vorrebbe, nella vita che lo rende più felice e che non è mio diritto indagare oltre. E mentre lentamente cresce sempre più veloce, più acuta, più incredibilmente coinvolgente, mentre ti chiedi come fanno quelle dita a produrre qualcosa di così dolce, come ha fatto una mente a pensare qualcosa di così indescrivibile, mi volto e trovo il tuo sorriso. Ed allora capisco, nella frenesia delle note, nella discrezione del buio, nell'emozione di un semplice concerto che in un'altra vita tu saresti lo stesso sempre al mio fianco.

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Aldebaran
03 aprile 2008
è incredibile tornare a parlare di te dopo così tanto tempo. Incredibile farlo in questo spazio, senza la paura che qualcuno lo legga e ne soffra o semplicemente non capisca. Senza quindi essere costretta a dare delle spiegazioni perché..spiegazioni non ne esistono. Ed è soprattutto incredibile tornare a parlare di te senza soffrire. Anche se quello stadio l'ho superato da un bel po'. è incredibile che finalmente il ricordo sia divenuto piacevole, dolce. In realtà questo ricordo era dolce già da un po', ma le prime volte odiavo questa dolcezza. Odiavo la mia debolezza che faceva arretrare l'odio e la rabbia dentro di me, per fare spazio al ricordo melanconico. Sì perché io non volevo, non ho mai voluto, ricordarti con un sorriso. Volevo odiarti, volevo avercela con te. Volevo, come sempre in questi casi, che il rancore non calasse mai, in un perpetuo stato di sofferenza misto rabbia. Solo che la mia mente e il mio cuore sono più intelligenti del mio cervello e alla lunga, alla molto lunga, lasciano sfumare i sentimenti negativi. 4 anni. 4 anni scivolati, ma che dico, trascinatisi dietro come una zavorra pesantissima. Con una difficoltà incredibile. Eri la mia croce e la mia delizia. Eri il mio dolore più grande e al contempo il motivo per andare avanti. Eri il segreto più profondo, per tutti, ma eri anche stampato sulla mia faccia, tra le pieghe del mio viso solcato da lacrime profonde che ne hanno modificato i tratti. Sei stato la svolta e il baratro allo stesso tempo. Sei stato praticamente tutto. Mi hai insegnato a vivere e mi hai uccisa contemporaneamente. L'incredibile è questo in realtà: quello che sei stato per me. E ora perché rivango tutto? Perché ora il ricordo senza la spina del dolore è terribilmente dolce, e mi ritrovo la notte su messenger a parlare di te, a sperare di parlare di te anche al più improbabile degli interlocutori. Perché non sei più un segreto da portare pesantemente chiuso nel cuore. Non lo sei più. E questo non solo per l'eccezionalità incredibile del mio interlocutore, ma anche perché la Sisa è cresciuta, è cambiata, è maturata e tu sei così lontano nel tempo. La Sisa è diventata quella che volevi tu, forse, anche se "la bambina di 15 anni e la 'donna' di 20 sono differenti solo per le esperienze vissute non certo per il nucleo che ne fanno esseri unici, inimitabili ed adorabili". Unico, inimitabile e adorabile è stato quello che c'è stato tra noi che non potrò mai dimenticare, anche se il tempo ha voluto cancellarne il ricordo, affievolirne il sentimento e limarne i contorni. Tra le miliardi di canzoni che ti avevo dedicato, le più pregnanti dicevano che una parte di te sarebbe sempre stata con me. Ed è vero. Così è e così sarà perché mi hai dato tantissimo e per quanto potremmo non rivederci mai più, o solo raramente in fortuite occasioni, "quando ti guarderò avrò ricordi struggenti mischiati al piacere di ritrovarti e questo mi creerà momenti di difficoltà che maschererò facendo finta di nulla e non facendo trasparire emozioni". E a distanza di così tanto tempo, dopo tutte le miriadi di esperienze che ho avuto in tutti gli ambiti mi torni in mente in un primo aprile qualunque. Chissà cosa stai facendo, chissà quali sono i tuoi pensieri ora. Ora che c'è qualcun altro che li capisce quanto, o forse meglio, di me. Chissà se ogni tanto in qualche angolo della tua mente ritorno alla luce anch'io nel mio piccolo, in quel che posso aver rappresentato per te. Chissà se alle volte tornano alla mente le tue parole, le mie, quelle lunghe chiacchierate in cui sono venute fuori promesse più grandi di noi. Di me senz'altro, di te non avrebbero dovuto..ma lo sono state alla fine. Chissà se ti ricordi gli abbracci furtivi, ma dolci e divertenti e le lunghe mail, proprio nei primi anni che esistevano (almeno per me). E quel bacio, quella sera. Chissà se ti ricordi il numero ICQ "solo per me". Le frasi "quando torni a casa mi scrivi?". Chissà se ti ricordi tutti i miei problemi, gli sfoghi di entrambi. Chissà se anche per te la mente e il cuore hanno falsato, nel bene o nel male, questi ricordi. Proprio questi che sono dati di fatto, non certo interpretabili. è davvero incredibile che io sia qui ad elencare i momenti con te, dopo averli pianti per anni, dico, anni. è incredibile veramente che ora l'unica cosa che ricordo siano quei due anni e non i successivi 4. è incredibile che tutto sia passato così come se niente fosse e che ora io lo veda così lontano e così dolce. Forse sei tu, finalmente ho imparato anche l'ultima tua lezione. Si perché ora, finalmente, come te, ne sono convinta anch'io: sono felice di averti conosciuto..ed amato.

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