esageràto [ezadze'ra:to ]
agg., s.m.
2 agg. CO che oltrepassa la giusta misura (De Mauro)
1 p.pass CO superiore al vero o al giusto, sproporzionato, eccessivo.
2 agg. CO riferito a persona, con senso attivo, che esagera o che eccede in qualcosa. (Treccani)
Beh insomma, la maggior parte dei dizionari dice questo: esagerato è colui che passa la misura, il "vero", il "giusto". E a questo punto la domanda è lecita e assolutamente prevedibile: chi decide qual è la misura da superare? Dov'è depositato il "vero" assoluto, il "giusto"? Insomma, succede che alla fin fine tutto, come sempre, è lasciato al relativismo, questo strano fenomeno per cui niente diventa giudicabile e tutto è giustificabile. Il "giusto", il "vero", la misura sono entità determinate da ognuno di noi, in ogni ambito specifico. E come si fa a sapere qual è per un'altra persona? Come si fa a capire quando, come dice il proverbio, il troppo stroppia? E un'altra domanda che a me sorge spontanea è: il contrario, il non esagerare, il restare nella famigerata "misura", è indice di cosa? Voglio dire, esagerare è per forza così negativo? Nel tempo ha assunto un'accezione negativa, ma come sempre le accezioni generalizzano e le generalizzazioni sono sempre infondate. Insomma, se dico "Quella donna è esageratamente bella/buona/gentile etc etc" non sto dicendo nulla di negativo. Forse è l'aggettivo (o il participio) che denota un senso negativo. Proviamo. "Ho un fame esagerata". Uhm esempio ambiguo. Andiamo nello specifico, riferiamoci a persone. "Ho una passione esagerata per la coca cola". Uhm, non ci siamo ancora. Proviamo coi comportamenti. "Sei esagerato quando parli del tuo gatto". Uhm. Con i sentimenti? "Credo che la tua gelosia sia esagerata". Esempio deviante quest'ultimo, ma d'altra parte non si usa dire "Credo che la tua generosità sia esagerata". E allora forse mi sono risposta da sola: "esagerato" ha un'accezione negativa insita nella sua natura. O perlomeno oggi giorno lo intendiamo così. Insomma, non si può associare niente di buono all'esagerazione: non si può essere esagerati senza scadere nel negativo, nella ridondanza e quindi, in definitiva, il proverbio ha ragione. Il troppo stroppia. Peccato, perché insomma io credo che non si possa esagerare con intenzioni malvagie. Non credo che chi esageri pensi o voglia strafare. Probabilmente è solo un modo di esprimere qualcosa di grande, sia esso gelosia, amore, rabbia, odio. Forse essere esagerati dipende dalla personalità? Forse non si è in grado innatamente di contenere le proprie emozioni? O forse si è travolti a tal punto da certe emozioni che non si può proprio trattenerle in alcun modo? Magari invece alcune persone mascherano meglio l'esagerazione di altre e fingono di esserne esenti. Mah, sono confusa. Non so fino a che punto sia giusto spingersi in questi terreni. Non so dove comincino le sabbie mobili e chi queste sabbie mobili si tirino dietro: l'esagerato o le vittime di questa esagerazione? Non conosco il livello di sopportazione. E non so cosa pensare di chi non ha queste reazioni, di chi non ha la natura portata all'esagerazione. E ancora meno capisco le persone che non l'hanno mai avuta e un bel giorno ce l'hanno. O meglio, è semplice da capire qui: credo sia dovuto a fattori esterni, ma fino a che punto è giusto concedersi? è un campo minato, o un prato fiorito se preferisci. Non riesco a vedere i numerini, non so dove mettere le mie belle bandierine blu.
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