05 giugno 2008
Delle volte ci si rende conto che stare al mondo richiede notevoli sforzi. Anzi, più propriamente lo richiede il vivere in una società come la nostra. Ti devi sforzare sempre e comunque di mantenere alto il livello di concentrazione. Devi fare presenza. Devi ricordarti nomi e persone. Devi fare buon viso a cattivo gioco delle volte. Insomma è una continua recita. Poi arriva immancabilmente il momento in cui dici "ma chissenefrega, non mi interessa mantenere alta la concentrazione, ricordarmi compleanni e persone, visi e eventi" però poi scopri che la gente invece lo fa e ti dispiace un po'. Scopri che c'è gente che ancora dopo quasi due anni di vita del blog scrive su google "sisa blog" oppure altri sintagmi per cercarmi sulla rete. E anche qui la vanità, misto piacere, ti risveglia un po' di voglia di recuperare la concentrazione. Ti accorgi che un'amica ha avuto davvero bisogno di te mentre tu eri in ritiro spirituale. Ti accorgi insomma che non puoi proprio isolarti, che l'ascetismo è un miraggio troppo lontano, infattibile. Realizzi che la vita è un continuo intreccio di fatti e persone e che volente o nolente devi starne al gioco. Chiaramente non è così tragico come traspare dalle mie parole, ma se il tuo istinto non è quello di partecipare alla giostra cosa succede? Sei automaticamente bollato, questo è innegabile. "Non socializza". "Si è dimenticata di noi". "Certo che se non mi faccio sentire io...". Questa è una delle frasi che odio di più sentirmi rivolta contro, ma non entro in merito altrimenti devo intavolare un'argomentazione che puzzerebbe troppo di apologia e la cosa mi infastidirebbe ancora di più. Il discorso ha preso una piega strana. Sono felice di conoscere tantissima gente, di avere moltissimi amici, di essere così socievole come alla fin fine sono sempre stata. Quel che voglio dire è che è veramente stressante stare al passo con questo ritmo di vita. Chiaramente il discorso va letto più in profondità. Non sto dicendo che è noioso mantenere vivi certi rapporti, mandre un sms ogni tanto o che mi infastidisce la socializzazione allargata, non solo almeno. Come tutti i miei discorsi, anche questo nasconde pieghe ben più profonde. E allora forse bisogna leggere tra le righe una piccola obiezione per quanto riguarda i rapporti umani in generale, lo schema di aspettative che viene a crearsi nelle relazioni. E di qui si scivola facilmente nell'ambito del dare e avere, delle facciate, dei comportamenti indotti o meno. Come diceva il mio buon Milan? "Nell'istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti, ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità". I rapporti umani sono ossigeno, non si può vivere totalmente alienati dal mondo e dagli altri, ma quel che voglio dire è che forse abbiamo fatto un salto di troppo e il relazionarsi sta sfociando nell'influenzarsi a vicenda. Giò mi tirerebbe fuori i veli di Maya dicendo che la realtà esiste solo in quanto nostra percezione, per cui anche i comportamenti altrui sono interpretabili in base ai nostri strumenti di decodificazione che abbiamo a disposizione. Sarà..anche se mi sembrano quelle clarae et confusae conclusioni da filosofi per riuscire a eludere domande reali con risposte fittizie. In realtà tutto questo ragionamento non ha bisogno di alcuna risposta, né cerca una soluzione, una via di fuga, una chiave di volta. Volevano solo essere dei pensieri in libertà di una sera in cui la mente è stata libera di viaggiare, per una volta, da sola.

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posted by Sisa at 00:52 | Permalink |


1 Comments:


  • At 12/6/08 16:23, Blogger Autore

    Già.
    Tu che ne sai per esempio che spesso e volentieri passo a trovarti, leggendo e in questo modo, come ben sai, dando vita ai tuoi scritti? Non lo sai, e invece passo, per sentirti ogni tanto vicina, per non dimenticare un'amica. Che come tutti coloro che hanno avuto a che fare con me, almeno una volta (ma direi qualcuna di più) hai sopportato: i miei umori, le mie incessanti parole, i miei dubbi, i miei ritardi. Oggi per caso mi sono pure accorto che mi hai aggiunto nell'elenco di blog, quell'elenco che sul mio, di blog, non c'è ancora perchè rischierebbe ancora di fermarsi a due, e allora non sarebbe un elenco.
    Non sono tra coloro che ti cercano su google, perchè tu rimani tra i miei segnalibri di Opera browser.
    Ti mando un bacio, entusiasta di sentirti, almeno così mi è parso leggendo, in un periodo felice...