"Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te" si ripeteva Amie. Sì, "per chi sono quando sono con te". Questo è amore. Non si ricordava bene chi lo disse, forse Gabriel Garcia Marquez ma poco importa. Le frasi importanti, una volta pronunciate, diventano di dominio pubblico. Così anche il titolo di un'opera può diventare un detto popolare se la gente se ne appropria. Amie voleva appropriarsi di quella frase. Anzi in realtà era la frase che si appropriava di lei, che si cuciva addosso alla situazione che stava vivendo. E' strano come lavori il nostro cervello. Quella frase probabilmente Amie l'aveva sentita mille volte ma mai ci si era soffermata. Appena però la vita ha voluto gettarla in una situazione simile, allora le era tornata in mente e solo ora la capiva. Capiva anche il detto "al cuore non si comanda" che sembra così tanto banale e scontato ma che in fondo non lo è. Amie realizzò non tanto che non si può scegliere chi amare, ma proprio che è inutile tracciare il profilo dell'uomo ideale. E realizzò anche quanto fosse triste che le persone dessero un motivo ai loro sentimenti. "Perché ti piaccio?" le aveva chiesto una volta Damien. Ma che domanda stupida, aveva pensato Amie. Proprio stupida. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Che le piaceva perché era alto, biondo, occhi azzurri, perché era particolare, diverso e perché amava gli sport e i viaggi? Doveva dirgli che le piaceva per il modo di guardarla, di baciarla o per quel suo modo leggero di fare domande, come se fosse sempre un'intervista? Doveva dirgli che le piaceva perché sapeva sempre stupirla in quello che diceva o faceva, perché non si limitava a pensare alle cose stupide cui pensano tutti? Oppure perché voleva renderla partecipe della sua vita, proprio lui che teneva tutti alla larga? No. E questo perché Amie si rendeva conto che dando una motivazione al proprio sentimento gli avrebbe anche irrimediabilmente posto un limite. Perché se io dico "mi piace il cioccolato perché è marrone" io pongo un limite. Se il cioccolato un giorno dovesse smettere di essere marrone e lo producessero viola smetterebbe forse di piacermi? No. Mi piace il cioccolato per quel sapore dolcissimo che si scioglie in bocca quando lo mangi. Per la sensazione che ti fa provare. A prescindere dal suo colore, dalla sua forma o da qualsiasi altra caratteristica. Insomma Damien le piaceva solo per come lei si sentiva quando stava con lui, per la sensazione di benessere che le faceva provare. Esattamente quello che diceva Gabriel Garcia Marquez. E lo stesso ragionamento vale al contrario: non basta che una persona abbia tutte le caratteristiche che più ti possono piacere per stare bene con lei. Ed Amie immediatamente pensò ad Alex: un ragazzo bellissimo, il sogno proibito suo e delle sue amiche di infanzia, che per lei, solo per lei, era diventato realtà. Un ragazzo, inoltre, che si discostava dalla sua categoria dei "belli": era un po' viziato in quanto tale ma era anche dolcissimo, in gamba e la faceva sentire la persona più importante del mondo. Insomma tutto quello che una donna può sognare, giusto? Sbagliato. Amie non poteva fare altro che pensare che per Alex non era riuscita a provare alcunché, benché si fosse sforzata. E questo a cosa era dovuto? Non certo a qualche difetto di Alex, anzi. E non era certo nemmeno un problema suo e tantomeno lo era Damien. Amie non riusciva a provare niente perché Alex non le comunicava niente e per quanto bello, intelligente, simpatico e dolce, non riusciva a innamorarsene. Quanto è improbabile l'amore: agisce per regole tutte sue, che non si possono capire. Perché chi cerca di capirle o peggio di farle proprie, alla fine perderà sempre. Questo aveva realizzato Amie. Etichette: da "Il libro che non ho ancora scritto"