Kundera docet
08 ottobre 2007
mi è stato detto "devi vivere anche tu col cuore più leggero".

No, io mi rifiuto. Se vivere col cuore più leggero significa prendere tutto con estrema superficialità io non voglio. Io voglio vivere e vivere significa fare tutto sempre e cmq. Vivere significa mettersi in gioco per le cose a cui teniamo e se il prezzo è scottarsi, farsi del male, allora ben venga. Se il rischio è perdere l'equilibrio sono pronta. Non ho intenzione di restare sulla riva a guardare il fiume che scorre e non entrarci per paura di essere portata via dalla corrente. E' troppo facile trovare l'equilibrio sulla riva. Ma vuoi mettere che soddisfazione entrare in acqua e riuscire a stare in piedi nella corrente per 30 secondi? è impagabile e vale più quel mezzo minuto di una vita intera seduti sull'erba. Io non voglio vivere alla leggera. Io seguo la lezione di Kundera sempre e cmq. Per me la leggerezza dell'essere è insostenibile. Se devo, io scelgo la pesantezza. Fa più male è vero, ma almeno è reale.

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posted by Sisa at 11:52 | Permalink |


4 Comments:


  • At 9/10/07 14:07, Anonymous Anonimo

    E brava la Sisa. Ma almeno sai nuotare?
    Secondo me "essere leggeri" non vuol dire vivere alla leggera. Si può essere leggeri vivendo intensamente (l'importante è non essere pesanti!).Leggerezza non è poi, secondo me, sinonimo di superficialità,anzi! Per concludere dico che l'essere leggeri non è un DONO di molti. Beati i leggeri.
    P.S. Ti inoltrerò (parolone) una poesia di Neruda che in un momento difficile della mia vita mi ha fatto riflettere e aiutato a decidere una cosa molto importante. Che potere hanno le parole...ma ora basta se no divento pesante. Bye. Pongo  
  • At 9/10/07 20:56, Anonymous Anonimo

    sono completamente d'accordo con questo post sisetta!  
  • At 9/10/07 22:46, Anonymous Anonimo

    Lentamente

    Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

    Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

    Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

    Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

    Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

    (Pablo Neruda)

    Grazie Pablo...Pongo.  
  • At 9/10/07 23:30, Blogger Sisa

    @s: ormai ci comprendiamo a vicenda troppo bene..purtroppo..

    @pongo: grazie per il bellissimo passo di neruda, di cui per altro avevo già scritto una frase tra le citazioni del blog. stavo pensando giusto qualche giorno fa di postarla. mi hai preceduta..;)