No, io mi rifiuto. Se vivere col cuore più leggero significa prendere tutto con estrema superficialità io non voglio. Io voglio vivere e vivere significa fare tutto sempre e cmq. Vivere significa mettersi in gioco per le cose a cui teniamo e se il prezzo è scottarsi, farsi del male, allora ben venga. Se il rischio è perdere l'equilibrio sono pronta. Non ho intenzione di restare sulla riva a guardare il fiume che scorre e non entrarci per paura di essere portata via dalla corrente. E' troppo facile trovare l'equilibrio sulla riva. Ma vuoi mettere che soddisfazione entrare in acqua e riuscire a stare in piedi nella corrente per 30 secondi? è impagabile e vale più quel mezzo minuto di una vita intera seduti sull'erba. Io non voglio vivere alla leggera. Io seguo la lezione di Kundera sempre e cmq. Per me la leggerezza dell'essere è insostenibile. Se devo, io scelgo la pesantezza. Fa più male è vero, ma almeno è reale.
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Secondo me "essere leggeri" non vuol dire vivere alla leggera. Si può essere leggeri vivendo intensamente (l'importante è non essere pesanti!).Leggerezza non è poi, secondo me, sinonimo di superficialità,anzi! Per concludere dico che l'essere leggeri non è un DONO di molti. Beati i leggeri.
P.S. Ti inoltrerò (parolone) una poesia di Neruda che in un momento difficile della mia vita mi ha fatto riflettere e aiutato a decidere una cosa molto importante. Che potere hanno le parole...ma ora basta se no divento pesante. Bye. Pongo